Video: Coccodrilli E Bach: Un Incontro Inaspettato
2024 Autore: Daisy Haig | [email protected]. Ultima modifica: 2023-12-17 03:10
Il Dipartimento di Biopsicologia della Ruhr-Universität Bochum (RUB) in Germania ha appena emesso un comunicato stampa che mirava a rispondere a ciò che accade nel cervello di un coccodrillo quando sente suoni complessi.
Lo studio, guidato dal Dr. Felix Ströckens, è stato il primo ad esaminare un rettile a sangue freddo utilizzando la risonanza magnetica (MRI). Secondo il comunicato stampa, "Sono stati così in grado di determinare che stimoli complessi hanno innescato modelli di attivazione nel cervello del coccodrillo che sono simili a quelli degli uccelli e dei mammiferi: una visione profonda dell'evoluzione".
Durante la scansione dalla macchina per la risonanza magnetica, i coccodrilli del Nilo sono stati esposti a stimoli sia visivi che uditivi e la loro attività cerebrale è stata misurata. Il comunicato stampa riporta: "I risultati hanno dimostrato che vengono attivate aree cerebrali aggiuntive durante l'esposizione a stimoli complessi come la musica classica, rispetto all'esposizione a suoni semplici".
Le loro scoperte sono significative perché i coccodrilli sono una delle specie di vertebrati più antiche e hanno subito pochissimi cambiamenti evolutivi nell'arco di 200 milioni di anni. Ciò significa che questi rettili forniscono agli scienziati un legame tra dinosauri e specie di uccelli. E come affermato dal comunicato stampa, "Di conseguenza, i ricercatori presumono che i meccanismi fondamentali di elaborazione neuronale degli stimoli sensoriali si siano formati in una prima fase evolutiva e che possano essere ricondotti alle stesse origini in tutti i vertebrati".
Per condurre l'esperimento, c'erano una serie di ostacoli che dovevano superare. Innanzitutto, la macchina per la risonanza magnetica doveva essere regolata per scansionare la fisiologia di un coccodrillo, il che ha richiesto del tempo. Le vere preoccupazioni sono arrivate quando è stato il momento di scansionare effettivamente i coccodrilli.
Secondo CNET, il team di scienziati non potrebbe anestetizzare profondamente i coccodrilli del Nilo perché interferirebbe con la loro attività cerebrale. E dovevano stare attenti, anche con i più piccoli, perché possono ancora esercitare molta forza con la coda e le mascelle. Il dottor Ströckens ha detto a CNET: "Fortunatamente, sono rimasti molto calmi".
Il Dr. Ströckens ha anche spiegato a CNET che "Ciò consentirà a studi futuri di indagare su molte specie che non sono state ancora studiate con questo metodo non invasivo".
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